TaxiFree: aste al ribasso anche per i taxi
Tempi sempre più duri per i tassisti italiani: dopo l’arrivo di Uber in Italia, un’altra applicazione promette offerte a prezzi stracciati a chi vuole servirsi del servizio di noleggio auto con conducente.
Si chiama Taxifree, e permette, una volta inseriti luogo di partenza e destinazione, di scegliere tra le diverse offerte avanzate dagli autisti iscritti al servizi, tipicamente la più conveniente. Funziona quindi come un’asta al ribasso, in cui l’offerente che propone il prezzo più basso si aggiudica l’asta.
Ma non è detto che l’asta vada a buon fine: se l’utente non è soddisfatto dal prezzo finale d’asta scaturito dalle diverse offerte degli autisti, raggiunto in un tempo che varia a scelta di chi lo chieda da 30 minuti a 2 ore, ha la facoltà di rinunciare all’offerta.
Se invece l’utente accetta una delle offerte dovrà pagare una quota pari al 5 per cento del prezzo (in questa fase ancora gratuita) al gestore della app, che a fronte dell’incasso cerca di tutelare i passeggeri verificando che gli autisti dispongano delle apposite licenze e siano affidabili.
Il servizio, disponibile su iOS ed Android, è accessibile anche dal web, e se da un lato permette agli utenti di risparmiare sulla corsa in taxi, dall’altro rende il lavoro dei tassisti sempre meno sostenibile, con innegabili ripercussioni a livello lavorative.
Già a Milano, Roma e Bari i tassisti hanno più volte scioperato contro forme di concorrenza ai limiti della legalità e contro le nuove applicazioni provenienti da oltreoceano, dove le regole del gioco sono spesso diverse.
Questa volta però il servizio di intermediazione non proviene da Silicon Valley, ma dalla modesta San Giuliano Milanese, ed è l’iniziativa di MilanotaxiOK, una società che offre il servizio noleggio con conducente nel capoluogo lombardo, e che sta tentando di allargare la rete di collaboratori estendendosi in altre città: hanno già aderito autisti provenienti da tutto il territorio nazionale, da Trieste a Catania e Palermo, da Torino alla Puglia.
Ci si chiede ora se questa applicazione raggiungerà la stessa notorietà (e lo stesso potere di mercato) raggiunto da Uber, e se di conseguenza scatenerà le ire dei tassisti come la sorella maggiore americana.
A onor del vero, Uber viaggia ai limiti della legalità rispetto alle regole italiane in merito di servizio auto con conducente, poiché prevede un costo orario o chilometrico calcolato dalla app e quindi con una sorta di tassametro non omologato e permette l’uso di auto che sostano in spazi pubblici, cosa che è consentita solo ai taxi.
Taxifree per evitare ogni polemica cerca di ovviare a questi inconvenienti facendo in modo che il prezzo sia concordato a priori dai contraenti e che i veicoli partano esclusivamente da un’autorimessa e non da uno spazio pubblico, come accade di solito per le vetture con conducente.