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Piano anti-smog: cos’è e a cosa serve?

Ne è passato di tempo da quando si circolava con i carri trainati dai cavalli, quando l’aria che si respirava era più pulita e non esistevano i gas di scarico. Secondo i dati statistici raccolti dal PRA, il Pubblico Registro Automobilistico, nel 2013 erano in circolazione ben 608 veicoli a motore ogni 1000 abitanti. Un numero elevato tanto da spingere le amministrazioni a prendere provvedimenti per combattere l’innalzamento dell’inquinamento delle nostre città. Quando si parla di inquinamento dovuto ai veicoli si parla di smog.

Attivato il piano anti-smog in molte città italiane

Piano anti-smogLo smog è considerato una purtroppo molto diffusa forma di inquinamento atmosferico. Il termine deriva da due parole di lingua anglosassone smoke, che vuol dire fumo e fog che vuol dire nebbia. Venne utilizzato per la prima volta in un articolo giornalistico risalente al 1905 che trattava di un convegno sulla salute pubblica. Al giorno d’oggi la parola smog viene utilizzata genericamente per indicare l’inquinamento atmosferico che prende la forma di elementi simili a nebbia, a foschia o a caligine negli strati bassi dell’atmosfera, in condizioni di assenza di vento. Vista la non recentissima nascita della parola smog è chiaro che quello dell’inquinamento atmosferico e del suo impatto sulla nostra salute è un problema che già da tempo si sta affrontando senza troppi risultati, parrebbe, visto che negli ultimi anni sempre più spesso si è costretti a ricorrere ad un piano anti-smog.

Lo scorso 30 dicembre 2015 è stato siglato il Piano Antismog per far fronte agli elevati livelli di inquinamento di questi giorni. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni inquinanti nel breve termine e di imporre regole che consentano di mantenere bassi i livelli sul lungo termine. Questo patto è stato siglato con l’auspicio che siano il maggior numero di comuni e regioni ad applicarlo, poiché è a loro che spetta l’ultima decisione. A sottoscriverlo sono stati il presidente della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, il presidente dell’Anci, Piero Fassino, i governatori della Lombardia Roberto Maroni e dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca e il capo della protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio.

Gli esponenti del governo nazionale e regionale hanno stabilito alcune regole che agevoleranno l’applicazione del piano anti-smog. Infatti, se i limiti di inquinamento superano i valori consentiti per sette giorni consecutivi dovranno essere concessi sconti sui biglietti dei mezzi pubblici, il riscaldamento dovrà essere abbassato di due gradi e limiti di velocità ridotti di 20 km orari nelle città, da 50 a 30, da 90 a 70. In molti sono scettici dinanzi alle lievi misure prese per ridurre lo smog nonostante sia la nostra salute e quella dell’ambiente ad essere in gioco. Senza contare che un’altra speranza è quella che i politici siano in grado di investire al meglio e per il nostro paese i fondi messi a loro disposizione. Infatti, la Legge di stabilità ha previsto 250 milioni di euro per lo svecchiamento del parco mezzi, sostituire, quindi, i vecchi mezzi pubblici con mezzi più ecologi e meno inquinanti.

A questi vanno aggiunti altri 50 milioni di euro del Fondo Kyoto, che dovranno finanziare pubblici e privati intenzionati ad impiantare colonnine elettriche all’interno delle città metropolitane. Altri 250 milioni, sempre del Fondo Kyoto, dovranno, invece, essere destinati all’efficientamento energetico di impianti sportivi e scuole e 91 milioni serviranno per la mobilità ciclabile. Tutto questo in aggiunta ai 13 milioni a fondo perduto messi a disposizione da parte del ministero dei Trasporti. Il ministro dell’Ambiente Galletti ha proposto anche la rottamazione degli euro 3 diesel: “È un importante provvedimento sia dal punto di vista ambientale che economico” ed aggiunge: “La situazione in Italia in termini di emissioni negli ultimi decenni è molto migliorata per quanto riguarda l’anidride carbonica e il particolato. Ma non ci si deve accontentare, il miglioramento dimostra che se facciamo delle cose, i risultati si ottengono. Allora dobbiamo essere spinti a fare altro. Motivo della riunione, è capire cosa fare di altro per implementare le manovre che i comuni e le regioni stanno già facendo“.

Piano anti-smogQuesto è quanto stabilito dal Piano anti-smog, ma quanti comuni hanno accettato e fatto entrare in vigore tale provvedimento? All’inizio di quest’anno si sono avute le prime polemiche. Ha fatto scalpore l’ordinanza con cui il Comune di Genova voleva prendere provvedimenti per ridurre e combattere l’inquinamento atmosferico impedendo la circolazione in centro a 25mila auto immatricolate prima del 1997 e a 20mila moto con motori Euro 0 ed Euro 1, Vespe comprese. Motociclisti ed automobilisti hanno gridato allo scandalo per qualcosa che, poi, si è concluso con un nulla di fatto. Infatti, O quell’ordinanza al momento è stata sospesa, o meglio, solo rinviata come chiarisce sindaco del comune ligure, Marco Doria: “L’amministrazione, sulla base di una serie di considerazioni legate al breve preavviso dato ai soggetti interessati al provvedimento, lavora a una nuova ordinanza per dare più tempo ai cittadini per adeguarsi alle norme introdotte”.

È stato allora affidato ai tecnici e agli assessori all’Ambiente e al Traffico, Italo Porcile e Anna Maria Dagnino, il compito di mettere a punto un documento che vada incontro alle esigenze dei cittadini e anche calmi gli animi dei cittadini, intervenendo, obbligatoriamente, anche sul problema dell’inquinamento. Il rinvio previsto è di due mesi ma assicurano che non ve ne saranno di altri. Da diversi mesi, molte delle città italiane sono sotto lo scacco del blocco anti-smog. Negli ultimi mesi del 2015 a Milano sono stati registrati ben 97 giorni in cui i pm10 sono risultati fuori dai limiti consentiti. Non essendo previste pioggia e neve potrebbe essere raggiunta la cifra superiore di quasi tre volte i 35 giorni consentiti dalla normativa europea. Senza contare che tali limiti sono stati ampiamente superati per addirittura 32 giorni consecutivi.

È stato quindi necessario ricorrere al blocco del traffico al quale hanno aderito anche Pavia e 12 comuni dell’hinterland. Per tutto il mese di dicembre l’aria di città come Milano è risultata altamente inquinata. Le cose non sono migliorate nemmeno in questo inizio 2016. Per questo è stato necessario mettere in atto i provvedimenti stabiliti dal Piano anti-smog:

  • non potranno circolare i diesel euro 3 senza FAP, filtro anti-particolato. Per i privati il blocco va dalle 8.30 alle 18, per i mezzi commerciali dalle 7.30 alle 10.
  • Il riscaldamento dovrò essere abbassato di un grado negli edifici. Inoltre il riscaldamento va tenuto acceso al massimo per 12 ore e non più per 14.
  • I negozi hanno l’obbligo di tenere chiuse le porte d’accesso dei locali.

Piano anti-smogInoltre, per incentivare ulteriormente la popolazione a lasciare a casa le auto si è pensato di rendere per questi giorni gratuiti gli abbonamenti giornalieri BikeMi. Un’ottima iniziativa che si spera venga sfruttata da più gente possibile. La questione del blocco anti-smog non colpisce tutti noi italiani, non direttamente almeno. Nei piccoli comuni e nelle piccole città l’aria non ha ancora raggiunto livelli tali di inquinamento da imporre misure drastiche. Questo non toglie che l’inquinamento atmosferico fa male al pianeta e, ovunque voi viviate, fate parte di questo pianeta. Ecco quindi che ridurre l’utilizzo della macchina, muoversi a piedi e rispettare l’ambiente possono essere un modo per collaborare e per prenderci cura della terra.

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