Storia di un marchio: Honda
Conoscere la storia di un marchio automobilistico ci consente di scoprire come, nel corso degli anni, e a volte dei secoli, si sia evoluto, adattato alle nuove esigenze dei clienti, migliorato grazie alle nuove tecnologie per mantenersi al passo con i tempi e sempre sulla cresta dell’onda. Come la Fiat, l’Alfa Romeo, la Jaguar, anche la Honda, nota casa di automobili giapponese, è riuscita a cresce arrivando ad essere, a distanza di decine di anni dalla sua nascita, uno dei marchi più famosi del mondo. Scopriamo insieme la sua storia.
Honda, la casa automobilistica giapponese che ancora fa parlare di sé
La Honda, o meglio la Honda Motor Co., Ltd. è una azienda giapponese multinazionale che sin dalla nascita si è dedicata alla produzione automobili e motocicli, ma che di recente ha esteso i suoi interessi anche alla ricerca nel campo della robotica. La storia di questo marchio inizia nel 1937, quando il fondatore dell’azienda, Sōichirō Honda, iniziò una attività di costruttore di pistoni. Il suo grande impegno ed il suo ottimo lavoro lo portarono a diventare uno dei fornitori della Toyota, in molti ricordano le numerose operazioni innovative messe in atto da Soichiro Honda, come il montaggio di un motore di tipo aeronautico a 8 cilindri di 8 litri di cilindrata su un’automobile da gara. Alcuni anni dopo la nascita, l’azienda giapponese ebbe l’intuizione geniale che cambiò le sorti della sua industria. In Giappone c’era la necessità di una nuova motorizzazione, che però tenesse conto delle pessime condizioni economiche della popolazione e della scarsità di benzina dopo la seconda guerra mondiale. Ecco che nacque l’idea di montare un semplice motore di piccola cilindrata su un telaio di bicicletta, creando un mezzo di trasporto semplice ed economico. La società incominciò a variare la produzione, aumentando il numero di modelli di ciclomotori e motociclette, puntando anche ad altri mercati. Grazie anche alla poca concorrenza da parte delle altre aziende motociclistiche, la Honda riuscì molto presto a fare breccia nel cuore degli appassionati motociclistici di tutto il mondo, diventando così, già negli anni settanta il maggior costruttore al mondo di veicoli a due ruote. Ancora oggi, a distanza di anni, mantiene quel primato.
Nel corso degli anni, la Honda puntò sul diversificare la propria produzione, scegliendo il campo automobilistico. Inizialmente si dedicò solo al mercato interno giapponese, ma poi, anche grazie alla partecipazione alle competizioni automobilistiche come la Formula 1, estese i suoi orizzonti anche sui mercati mondiali. Trascorsero, però, diversi anni, prima che il mercato statunitense si interessasse ai suoi prodotti. Anche sul fronte europeo, le vendite non erano così interessanti, anche a causa del fatto che erano state introdotte misure restrittive sulle importazioni di autoveicoli da parte di alcune nazioni al fine di proteggere la produzione locale. I primi successi della Honda si ebbero con l’uscita sul mercato statunitense della Honda Civic inizia così una lenta espansione oltre-oceano che vide la nascita nel 1976 della Honda Accord, accolta molto positivamente sul mercato. Fu proprio la Honda Accord ad essere nominata la berlina più venduta sul suolo Americano negli anni novanta. Proprio in seguito al grande successo riscontrato, arriva la messa in funzione, in Ohio, del primo impianto produttivo di una casa giapponese nel territorio degli Stati Uniti. Dopo questa prima fabbrica del 1982, la Honda aprì diverse nuove linee produttive ed aprendo il suo nuovo quartier generale in California. Ma la Honda continuò la sua espansione, creando, nel 1986, un marchio specifico per distinguere una produzione di autovetture di classe alta. Nacque così la Acura con la sua produzione di berline e coupé di classe superiore. Alcuni anni dopo la Honda creò la “CRX”; quest’auto montava un motore VTEC da 1,6 litri aspirato che esprimeva 118 kw a circa 7.600 giri al minuto, cioè 100 hp per litro, ed era capace di raggiungere quasi 9000 giri al minuto senza essere vuoto ai bassi regimi. Questo propulsore segnò un’importante passo per la casa nipponica e venne montato anche sulla Honda Civic.
Nel 1998 arriva la Honda S2000, una spider 2.0 litri aspirata con motore VTEC, grazie al quale questa auto aveva una risposta pronta anche a bassi giri. Questi motori furono impiegati sui modelli Type R in Europa, o come SI in America e rappresentano dei veri e propri gioielli della tecnica motoristica. La Honda aprì un importante centro di ricerca robotica dove nel 1986 diede vita il primo robot umanoide della casa giapponese. Il suo nome era E0 era composto da un paio di gambe e si muoveva proprio come un uomo. Questo primo esperimento della Honda fu un grande risultato per la robotica. Nel corso degli anni sono stati costruiti altri modelli di robot umanoidi che hanno reso la Honda, una delle più rinomate in questo settore. Esistono due serie di robot la serie E, che sta per Experimental Models il cui sviluppo è iniziato nel 1986 e la serie P, che sta per Humanoid Prototype Models. L’ultimo robot della Honda in ordine cronologico si chiama Asimo ed è stato progettato nel 2000, deriva dal precedente robot P3, ed tuttora è il miglior robot umanoide del mondo. È alto 120 cm ed è in grado di riconoscere e salutare le persone, giocare a calcio o a bowling, camminare, correre, salire e scendere, con qualche impaccio, le scale. Tornando all’aspetto automobilistico della Honda, la casa giapponese riscosse e riscuote ancora moltissimi successi nel campo dello sport e delle corse. La Honda debuttò nel mondo internazionale delle corse nel 1959, anno in cui iscrisse per la prima volta alcune sue motociclette al famoso Tourist Trophy dell’isola di Man, una delle più prestigiose gare motociclistiche dell’epoca. Dovette però aspettare due anni prima di ottenere la prima vittoria nelle classi 125 e 250 con Mike Hailwood come pilota e addirittura solo nel 1966 arrivò la prima vittoria nella classe più importante, la 500. Questi anni non furono però vani, anzi, la casa nipponica li sfrutto per migliorare i propri modelli e per riuscire ad ottenere il giusto compromesso tra il motore, sin dall’inizio ottimo, e la telaistica, di cui poco si intendeva rispetto alle case europee del tempo.
La Honda ha sempre visto le cose in grande ed è per questo che decise di dotarsi di un proprio circuito dove poter collaudare i vari modelli e nel 1962 inaugurò la sua pista privata, il circuito di Suzuka, testimonianza della serietà con cui la casa nipponica intendeva dedicarsi al mondo delle corse. Questa pista ha ospitato regolarmente il Gran Premio motociclistico del Giappone dal 1987 al 2003 e continua ad ospitare numerose altre competizioni motociclistiche come la 8 Ore di Suzuka. In seguito venne costruito un nuovo circuito, più sicuro e più al passo con i tempi, il Motegi Twin Ring, attuale sede del Gran Premio del Giappone del Motomondiale. I due circuiti vengono ancora oggi utilizzati anche per competizioni automobilistiche tra cui la Formula 1. La Honda si iniziò ad occupare di automobilismo già nel 1964 e direttamente dalla Formula 1, in cui la Honda ha gareggiato sino al 1968. Con gli anni le cose sono cambiate, ma nel 2006 la Honda è tornata sui circuiti con una scuderia a proprio nome, il Honda Racing F1 Team, dopo l’acquisto di tutte le quote della British American Racing di cui era partner. La Honda ha ottenuto favolosi risultati come fornitore di motori in F1 tra il 1983 e il 1992 e ancora, anche se con meno successo, tra il 2000 e il 2005, quindi nella IndyCar Series di cui è attualmente l’unico fornitore. Verso la fine del 2008, la crisi economica ha colpito tutti i settori e tutte le nazioni e nemmeno quello delle auto ne è uscito indenne. Per questa ragione la Honda ha annunciato la sua intenzione di uscire dal mondo delle corse automobilistiche, mettendo in vendita la sua scuderia per 100 milioni di sterline. L’acquirente, Ross Brawn, ha fondato la Brawn GP che all’esordio nel GP Australia del 2009 ottenendo un ottimo risultato: conquistati i primi due posti sul podio con i piloti Button e Barrichello, che conquistò la stagione vincendo sia il titolo costruttori, sia quello piloti con la guida inglese. Proprio per queste gare vennero costruiti dei propulsori tra i quali gli Honda Indy V8, una serie di motori endotermicialternativi aspirati a ciclo otto e quattro tempi da competizione, realizzati dal costruttore nipponico per partecipare ai campionati automobilistici nordamericani delle serie IRL ed Indycar.
Anche nel campo delle corse motociclistiche, negli anni, la Honda ha fatto sentire la sua voce, non dimenticando mai le sue origini motociclistiche. Continuò il suo impegno nelle corse su due ruote fino a raggiungere il primo successo nel 1966 quando riuscì a vincere i titoli mondiali riservati ai costruttori, contemporaneamente in tutte le classi che allora componevano il motomondiale, 50, 125, 250, 350 e 500. Nello stesso tempo la casa nipponica ampliò il proprio raggio d’azione alle competizioni di motocross, dove conquistò ben tre titoli mondiali consecutivi agli inizi degli anni ottanta ed in seguito anche alle grandi maratone africane come la Parigi-Dakar, dove ottenne la prima vittoria nel 1982. Attualmente la Honda è impegnata nelle corse motociclistiche in tutte le più importanti specialità: nel motomondiale, dove è presente non solo con una squadra diretta, ma anche con diversi team satelliti, nel Campionato mondiale Superbike, nel Campionato mondiale Supersport con motociclette derivate dalla produzione di serie, ed infine nelle competizioni di motocross e di trial.