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auto con guida autonoma

Arrivano le auto con guida autonoma

Viste in molti film di fantascienza, si era erroneamente previsto che alle soglie del 2020 potessimo godere di quattro ruote in grado di muoversi in autonomia se non addirittura di volare. Siamo bel lungi da quanto registi fantasiosi hanno ipotizzato, ma forse, il sogno di poter avere un’auto con guida autonoma non è poi così irrealizzabile. Di certo non ci saranno paesaggi ultraterreni come quelli dei film di Spielberg, ma sarà possibile vedere muoversi in città mezzi, non solo auto, in grado di seguire un percorso senza l’intervento costante di un autista.

Le auto con guida autonoma sono il sogno che presto diventerà realtà

auto con guida autonomaPoter attivare direttamente sul proprio telefonino un’App in grado di richiedere un passaggio da casa fino in ufficio, senza dover avere a che fare con tassisti, potendo procedere su corsie dedicate, con l’indicazione in tempo reale sul vostro telefono di quanti minuti vi rimangono prima di arrivare a destinazione, sarebbe davvero favoloso e, da oggi, non è così lontano dal realizzarsi. Secondo un articolo diffuso da KPMG, uno dei leader mondiali nel settore dei servizi professionali alle imprese, è stato messo in atto un progetto, elaborato proprio dalla KPMG, che riguarda proprio le auto che si guidano da sole.  Questo studio elaborato in collaborazione con il Center for Automotive Research si basa su interviste a più di 25 leader di pensiero, dirigenti dell’automotive e dipendenti governativi. Tra i vari leader a fare capolino, per ora, c’è Google, un’azienda che ha poco a che fare con le quattro ruote, ma che, pare, si stia avvicinando a questo settore con grande e puntuale interesse.

Già da tempo a Mountain View  si sta lavorando all’ambizioso progetto dell’automobile che si guida da sola, e non molto tempo fa è stato presentato il primo vero prototipo, senza volante, ne pedali ne leva del cambio. Si sale a bordo e l’auto fa tutto da sola, basterà solo impostare la destinazione e godersi il paesaggio fino a destinazione. L’incredibile Google car nasce con l’intenzione di iniziare a fabbricarne le prime 100 unità per i test su strada, per poi poter proporre una alternativa alla mobilità urbana. Come funzionerà? Tipo taxi automatico: si effettuerà la prenotazione tramite un’apposita App dallo smartphone ed il gioco è fatto: il veicolo verrà a prendervi esattamente dove da voi richiesto per portarvi a destinazione. A bordo ci sarà solo un navigatore e un pulsante di accensione. La velocità massima non potrà superare i 40 km/h. ma la sicurezza è assicurata da un potente radar montato sul tetto che individua le altre auto e scannerizza l’ambiente circostante fino a 200 metri di distanza.

Accanto a Google, anche i produttori di auto, in particolar modo Ford, Audi, Mercedes e Toyota, si sono ingegnati nello sviluppo e nell’applicazione di tecnologie in grado di rendere più autonome le proprie vetture, puntando sull’incredibile potenziale di questi veicoli per quanto riguarda la riduzione del tasso di incidenti e nello snellimento del traffico. Le soluzioni sensor-based, infatti, intervengono laddove l’errore umano è più probabile e lo prevengono basandosi sui dati ricavati dall’esterno tramite videocamere, radar e altri strumenti del genere. Questi sistemi, integrandosi con quelli connectivity-based migliorerebbero notevolmente la sicurezza e la mobilità stradale nelle nostre città intasate di auto, dove i tassi di incidente aumentano di anno in anno. Perché, allora, non ci siamo mobilitati prima? Come mai siamo ancora molto lontani dalla creazione e diffusione su larga scale di auto con guida automa? Secondo KPMG i punti problematici sono diversi:

a)       Guadagnare la fiducia dei consumatori. Come ogni tecnologia rivoluzionaria, anche questa, forse molto più di altre, per quanto efficiente ed economa, ha bisogno di tempo per essere digerita visto lo scetticismo contro cui spesso le innovazioni si scontrano.  Senza contare che con la sicurezza non si scherza: queste tecnologie dovranno assicurare un margine di errore pari a 0 per poter essere accettate ed acquistate.

b)      Affrontare con i veri amanti dell’automobile. Per chi adora  guidare cambiare le proprie abitudini e perdere il totale controllo dei veicolo ed il gusto della guida potrebbe non essere accettato con eccessivo entusiasmo.

c)       La produzione di massa. Trasformare completamente al propria produzione può non essere, per le case automobilistiche di tutto il mondo, un passo facile da  compiere. Dovrebbero completamente rivoluzionare il loro modo di proporsi sul mercato e trovare nuove strategie per affermare la propria competitività. Cosa non facile, almeno non prima di aver definito degli standard, creato automatismi nella produzione e nelle vendite, abbattuto i costi per proporre un vero prodotto di massa.

d)      I problemi legali. In caso di sinistro, non essendoci un conducente, e dunque una persona fisica responsabile del comportamento del veicolo, cosa succede? Di chi è la responsabilità? Il tema sta a cuore alle compagnie assicurative che dovrebbero completamente ridisegnare i propri contratti e riadattarli alla nuova condizione.

Secondo il KPMG, i primi veicoli con tecnologie V2V/V2I potrebbero essere lanciati a partire dal 2018, mentre il loro ingresso sul mercato, tale da vedere le prime applicazioni di guida autonoma, non si verificherà prima di dieci anni. Molto ottimisti, penserebbero alcuni. Seppur non si sia ancora arrivati ai livelli sopra citati, Uber sbarca nel mercato dell’auto senza pilota. L’app per il trasporto privato introdurrà in un prossimo futuro una flotta di vetture composta da Volvo Xc90 dotate di sensori che usano telecamere, laser, radar e ricevitori Gps a guida autonoma. L’accordo tra la società americana e la casa automobilistica svedese era stato siglato a inizio 2016: 300 milioni di investimento per sviluppare veicoli a guida autonoma pronta per essere messa su strada entro il 2021. Alla fine dello scorso agosto è stato dato il via alla prima sperimentazione che ha riguardato solo la città statunitense di Pittsburgh. Il servizio non sarà completamente automatizzato, non temete. I veicoli saranno supervisionati dall’uomo pronto a prendere i comandi se qualcosa non dovesse funzionare. Quello dell’auto senza pilota è un business in cui si sono lanciati in molti, da Google a Ford, ma nessuna società aveva ancora introdotto un servizio di car-sharing a guida autonoma sul mercato. L’accordo tra Volvo e Uber non è esclusivo. Quest’ultima, infatti, a luglio ne ha siglato uno anche con Otto, una startup che produce camion autonomi, già testati nelle autostrade attorno a San Francisco.

Ora arriva anche l’ennesima conferma da parte dell’Alleanza Renault-Nissan che annuncia il lancio di oltre 10 veicoli a guida autonoma e connessi entro i prossimi 4 anni. Secondo i piani delle compagni automobilistiche:

  • nel 2016 arriveranno i primi veicoli equipaggiati con il sistema di delega parziale di guida “mantenimento nella corsia”. Con questa funzionalità, l’auto controlla automaticamente in totale sicurezza la sua posizione in una corsia, nel traffico autostradale.
  • Nel 2018 i veicoli Renault-Nissan saranno equipaggiati con il sistema di delega parziale di guida per “cambio di corsia”, che assicura la gestione automatica degli eventuali pericoli e consente il cambio di corsia in autostrada.
  • nel 2020 sarà lanciata la “modalità di gestione autonoma degli incroci”, che consentirà al veicolo di gestire i flussi di traffico in città senza l’intervento del conducente.

Inoltre, il Gruppo automobilistico lancerà proprio quest’anno una nuova applicazione per telefonia mobile, che consentirà di interagire a distanza con il veicolo, seguita l’anno prossimo dal primo “Sistema Multimediale dell’Alleanza”, con nuove funzionalità multimediali e di navigazione, che ottimizzerà l’integrazione con gli smartphone e consentirà l’aggiornamento dei dati cartografici in tempo reale.

Anche la Ford non si tiene fuori dai giochi. La presentazione è stata fatta a Palo Alto, nel cuore della Silicon Valley, da dove Mark Fields, Ceo Ford, ha scelto il monumentale centro di ricerca e sviluppo del marchio per annunciare il futuro dell’Ovale Blu: “Il prossimo decennio sarà segnato dall’automazione dalla progressiva automazione delle automobili e vedremo veicoli a guida autonoma impattare significativamente sulla società. Ci stiamo impegnando per mettere su strada un veicolo che possa migliorare la sicurezza e risolvere sfide sociali e ambientali per milioni di persone, non solo per coloro che possono permettersi veicoli di lusso”. Ecco quindi, che nel 2021 verrà lanciata sul mercato un modello a guida autonoma, senza volante né sterzo, e sarà un’auto di massa. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, il marchio ha triplicato la flotta di vetture test raggiungendo quota trenta, per triplicarla nuovamente nel 2017. Contestualmente verranno fatti grandi investimenti per sviluppare algoritmi, mappe 3D, sistemi di telerilevamento laser, radar, sensori, videocamere etc. La Ford, per portare avanti questo progetto, ha stretto quattro partnership chiave: la prima con Velodyne, società della Silicon Valley al top nello sviluppo di sensori LiDAR, la seconda con la Saips, azienda israeliana esperta nell’intelligenza artificiale, la terza con Nirenberg Neuroscience, compagnia che si occupa di neurochirugia e infine con Civil Maps, società californiana specializzata nel mapping in 3D. Infine Ford amplierà il campus di Palo Alto affiancando ai 130 ricercatori attuali altre decine di tecnici e scienziati che svilupperanno l’ultima evoluzione della visione di Henry Ford. Forse davvero il sogno delle auto con guida autonoma non è poi così lontano!

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