Storia di un marchio: Chrysler
Esistono al mondo tantissimi marchi di automobili, alcuni nati da tempo ma ancora sulla cresta dell’onda, come la Fiat o la Ferrari, ed altri più recenti ma non meno importanti come la Chrysler. Questa è una casa automobilistica statunitense fondata nel 1925, parte di Fiat Chrysler Automobiles tramite FCA US. La Chrysler nacque ufficialmente il 6 giugno 1925 per volere di Walter Chrysler. Già l’anno prima l’imprenditore aveva lanciato sul mercato un’auto col proprio nome, la Chrysler B-70. Di sicuro la Chrysler entrerà nella storia come marchio automobilistico rinomato, ma forse non tutti sanno che uno dei principali meriti della Chrysler fu quello di aver introdotto la prima galleria del vento all’interno del processo di progettazione delle vetture, con lo scopo di ottimizzare le linee della vettura in modo da renderla maggiormente aerodinamica.
Chrysler, un marchio che ha fatto storia
Sin dai primi anni la Crysler lanciò sul mercato auto innovative. Infatti, una delle vetture più amate dei primi anni trenta fu la Chrysler Airflow, presentata a Chicago il 27 marzo 1933. Ciò che la rendeva speciale era il suo design d’avanguardia che rappresenta uno dei modelli più significativi nella storia dell’automobile. Nonostante l’Airflow non riscosse grande successo, fu la prima di una serie di modelli di maggior successo commerciale, come la Imperial. Si impara dai propri errori, è quello che pensarono all’epoca in seguito all’insuccesso della Airflow, tanto che la Crysler decise di puntare sulla produzione di vetture dalla linea più convenzionale e tradizionale. Di sicuro se all’inizio avevano puntato su idee e linee più alternative, fin dopo la seconda guerra mondiale la produzione si mantenne sobria e classica, priva di qualcosa di veramente innovativo. In questo periodo nacquero alcuni dei più famosi modelli, tra cui la Chrysler 300 degli anni cinquanta e sessanta, prima auto di una lunga serie di veicoli di lusso. Un’altra vettura di quegli anni che ancor oggi è ricordata come una delle più significative della produzione era la Chrysler Windsor. In questo periodo, tra l’altro, la Chrysler sviluppò e realizzò dei nuovi motori a testata emisferica, denominati appunto HEMI, che sarebbero stati montati non solo alcune vetture della produzione da strada, ma anche alcune vetture sportive che entrarono in brevissimo tempo nel cuore degli appassionati, come la Plymouth Hemi Cuda e la Dodge Charger.
Verso la metà del ‘900 viene fondata la Chrysler-Europe e da quel momento gran parte delle vetture prodotte da case automobilistiche come Simca, Talbot, Hillman, acquisite da Chrysler Group, furono immesse sul mercato sotto il nome Chrysler. Nonostante questo, il marchio Chrysler non riuscì mai a decollare in Europa. La situazione in patria non era migliore. Con la crisi petrolifera scoppiate nei primi anni settanta, la produzione era rallentata. La vendita di automobili calò vorticosamente al punto di portare la casa sull’orlo della bancarotta. Le cose cambiarono radicalmente con l’arrivo nella direzione aziendale di Lee Iacocca, che con l’introduzione di nuove strategie di mercato e di nuovi modelli di nicchia, come l’introduzione delle prime monovolume, riuscì a riportare in auge l’azienda automobilistica americana. Qualche anno dopo, nel 1986, in occasione del salone dell’auto di Los Angeles, la Chrysler presentò un nuovo modello risultato della collaborazione con la Maserati: la Chrysler Turbo Convertible. La produzione iniziò solo tre anni dopo negli stabilimenti Innocenti di Milano Lambrate. Probabilmente la cattiva fama di cui godeva all’epoca la Maserati fu una delle cause del totale insuccesso di questo nuovo modello firmato Chrysler: solo 7.300 vetture prodotte fino al 1991, anno in cui fu dichiarata terminata la produzione.
Agli inizi degli anni ’90 la Chrysler fa un nuovo tentativo di sbarco in Europa. Questa volta riscuotendo maggior successo. Infatti, le sue monovolume e le sue fuoristrada riscossero grande successo. Tra i modelli più amati degli anni novanta ci fu la Chrysler Voyager, una monovolume lanciata sul mercato come concorrente diretta della Renault Espace, vettura amatissima dal pubblico della casa automobilistica francese. In quegli stessi anni arrivò sul mercato anche la sportiva Viper, venduta sia con marchio Dodge che con marchio Chrysler, divenuta nel giro di pochissimo tempo uno degli modelli più amati ed apprezzati dagli appassionati. Nel 1998, Chrysler Group fu acquisito da Daimler-Benz per costituire la Daimler Chrysler AG. Questa unione, nata inizialmente come società gestita alla pari, finì per testimoniare l’evidente predominanza della società tedesca su quella americana. La Daimler-Benz portò molta della sua componentistica per diversi modelli prodotti in seguito da Chrysler. Nel 2001 l’azienda lancia un progetto di coupé con il pianale in comune con la Mercedes-Benz SLK: da questo progetto nacque la Chrysler Crossfire, proposta sia come coupé che come roadster. Nello stesso tempo, si diede inizio anche alla produzione di altri modelli divenuti famosi come la 300 M, una rivisitazione in chiave moderna della serie 300 degli anni cinquanta e sessanta, e l’eccentrica PT Cruiser, con la quale si intendeva rimodernare il design delle vetture d’anteguerra.
Nel 2005, la 300 M fu sostituita dalla 300 C. Nel 2007, Cerberus Capital Management assieme ad altri 100 investitori acquisì l’80% di Chrysler per 5,520 miliardi di euro, con lo scopo principale di ripristinare le finanze dell’azienda e creare così un gruppo di punta del mercato del Nord America. L’anno successivo, il piano fallì a causa della grave crisi finanziaria e industriale e del conseguente rallentamento dell’industria automobilistica negli Stati Uniti, nonché della successiva mancanza di capitali, che colpì non solo la Chrysler, ma molte altre imprese automobilistiche e non. La svolta si ebbe nel gennaio del 2009, quando fu resa pubblica la notizia della firma di un protocollo d’intesa che porterà Fiat Group a diventare proprietario del 20% di Chrysler Group, grazie a un accordo che prevedeva l’aiuto al gruppo Chrysler nell’operazione di risanamento industriale in cambio di tecnologie, ristrutturazione degli impianti e la collaborazione nella distribuzione di veicoli Chrysler al di fuori dell’America Settentrionale. Il 10 giugno 2009 Fiat Group acquistò il 20% di Chrysler, diventando il gestore dell’intero gruppo Chrysler. Ma i problemi per l’azienda automobilistica americano non finiscono qui. Nel 2011, il Chrysler Group fu sottoposto al Chapter 11, la norma del diritto fallimentare americano che consiste in una bancarotta controllata. La società fu divisa in una bad company con i relativi debiti e in una new company cui sono stati conferiti personale, mezzi di produzione, brevetti, clienti.
A questo punto la situazione della Crysler non è delle migliori. Infatti, il presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama subordinò la concessione di un prestito al gruppo Chrysler. Lo scopo principale era quello di realizzare un nuovo e più valido piano industriale affiancato da un’alleanza con Fiat Group con l’obiettivo di portare negli USA automobili a basso impatto ambientale e con motori di piccola cilindrata, da tempo diffuse in Europa. A giovarne fu lo stesso presidente, visto che la green economy era un punto fondamentale della sua campagna elettorale. Dall’altro lato della barricata vi erano i creditori e i fondi pensione che avevano investito nella vecchia società. Questi presentarono ricorso contro la fusione alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che, però, rigettò le richieste. Stabiliti gli accordi, Fiat Group acquistò nell’aprile 2009 questa società a costo zero, impegnandosi a condividere con Chrysler Group le proprie conoscenze tecniche e brevetti in materia di motori ecologici e bassi consumi energetici. Quello stesso anno fu stabilita la scissione del ramo pick-up e furgoni da Dodge. Questo porterà alla nascita del nuovo marchio Ram Trucks. Negli anni successivi la quota della nuova Fiat S.p.A. salì prima al 25%, poi ancora al 30%, fino a raggiungere il 46% il 24 maggio 2011. Intanto, nell’aprile 2011 viene ceduta Global Electric Motorcars a Polaris Industries. Dopo pochissimi anni dall’accordo stipulato dalle due società, il 21 luglio 2011 il gruppo italiano ottenne ufficialmente il controllo della maggioranza del pacchetto azionario di Chrysler Group, salendo al 53,5%, ulteriormente incrementata al 58,5%.
Nel gennaio del 2014 venne annunciato l’inizio delle trattative per l’acquisizione, attraverso la controllata Fiat North America, della totalità delle azioni di Chrysler Group da parte del gruppo italiano. In seguito a tale accordo, il 29 gennaio la proprietà Fiat fa quindi partire una riorganizzazione per l’integrazione tra i due gruppi, volta alla costituzione di un nuovo e unico soggetto globale denominato Fiat Chrysler Automobiles. Il 16 dicembre 2014 Fiat Chrysler Automobiles annuncia che il gruppo cambia nome con effetto immediato da Chrysler Group a FCA US. Una storia lunga travagliata quella della Chrysler che ha portato alla nascita di un gruppo che sta riscuotendo enorme successo nel campo automobilistico.